Gli ultimi sviluppi nel caso di Bill Cosby: Joan Tarshis rinnova le accuse di violenza sessuale, ecco come stanno le cose.
La storia di Bill Cosby, un tempo celebre star della sitcom “I Robinson”, si intreccia nuovamente con accuse di violenza sessuale. Joan Tarshis, già nota per aver accusato Cosby nel 2014, rinnova la sua battaglia legale. Questa volta, si affida alla Corte Suprema della Contea di New York, sfruttando una legge che permette alle vittime di abusi prescritti di presentare denunce.
La storia di Tarshis: una giovane autrice aggredita
Tarshis, all’epoca una giovane autrice di commedie, racconta di aver incontrato Cosby intorno al 1969. Dopo aver accettato l’offerta di lavorare insieme su uno sketch, si sarebbe trovata sola con l’attore nel suo bungalow. Qui, Cosby le avrebbe offerto una bevanda, dopo la quale Tarshis avrebbe perso conoscenza. Svegliandosi, si ritrovò mentre l’attore la stava spogliando, e nonostante le sue suppliche, Cosby l’avrebbe costretta a subire un atto sessuale.
Vergogna e silenzio: Il pesante fardello di Tarshis
A quei tempi, la giovane Tarshis non condivise il tragico evento con nessuno, trattenuta da sentimenti di vergogna e umiliazione. Nel 1971, Cosby l’avrebbe contattata nuovamente, parlando persino con la madre di lei, all’oscuro di tutto. Tarshis, pur con riluttanza, accettò di rivederlo. Anche in questa occasione, dopo aver consumato due drink, perse conoscenza e si risvegliò il mattino seguente nuda in un letto accanto a Cosby.
La carriera di Cosby è stata segnata da numerose accuse di violenza sessuale. Nel 2018, fu condannato a 10 anni di reclusione, ma nel 2021 la Corte Suprema annullò la sentenza per vizi giudiziari. Nel 2022, un nuovo verdetto lo ha riconosciuto colpevole di molestie avvenute nel 1975. A dicembre dello stesso anno, altre cinque donne, comprese due ex attrici de I Robinson, hanno presentato una causa contro di lui per episodi risalenti a decenni fa.
Le accuse di Tarshis contro Cosby si inseriscono in un contesto più ampio di denunce e battaglie legali. La donna sostiene di aver subito danni fisici, psicologici ed economici a causa degli “atti predatori, abusivi, manipolativi e illegali” dell’attore. La sua determinazione a perseguire la giustizia, nonostante il tempo trascorso, evidenzia la persistente lotta contro gli abusi sessuali e il lungo cammino verso la guarigione e il riconoscimento.